in collaborazione con l'Osservatorio Astrofisico di Arcetri
Gèrard GRISEY
in Le Noir de l'Étoile fa ascoltare il suono delle stelle.
L’Istituto di Astrofisica di Arcetri amplificherà il suono di una stella Pulsar per proiettarlo poi attraverso due antenne paraboliche nel cortile del Museo del Bargello. Un raggio Laser unirà con un simbolico filo rosso l’Istituto di Arcetri al Campanile del Bargello, indicando così il percorso sonoro” del suono amplificato della stella. L'universo in realtà è muto, perché nel suo vuoto sconfinato i suoni non si propagano; ma le pulsazioni elettromagnetiche d'una stella pulsar, ricevute da un radiotelescopio, possono essere decodificate e trasformate in segnali sonori con un'operazione relativamente semplice. Quando, grazie a un astronomo dell'università di Berkeley, Grisey scoprì il suono delle pulsar, ne rimase talmente affascinato da decidere subito di utilizzarlo per una sua composizione. Ma come la risposta giunse lentamente: integrarlo in un'opera musicale senza ulteriori manipolazioni e lasciarlo semplicemente esistere all'interno d'una musica creata dall'uomo, ma anche sviluppare musicalmente le idee di periodicità, di rallentamento, d'accelerazione e di lampeggiamento che le pulsar suggeriscono. Grisey scrisse Le Noir de l'Étoile nel 1989-1990. Nato nel 1946 era già considerato uno dei compositori più importanti della generazione successiva a quella di Pierre Boulez, ma scomparve precocemente nel 1998. È definito il fondatore della musica spettrale , ma negli ultimi anni non si riconobbe più in questa definizione, che pure egli stesso aveva inizialmente accreditato.